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I “RISVOLTI” DELLA DOMENICA / “Bestie”

Rubrica a cura di Salvatore Picone

L’autrice di questo romanzo, Bestie, pubblicato tre mesi fa da Round Robin Editrice, è Sofia Pirandello, giovane scrittrice romana con lontane radici in Sicilia, ad Agrigento. Suo nonno era Giorgio Pirandello e il nonno di suo nonno il grande Luigi, il genio della letteratura premio Nobel nel 1934. E questo secondo fortunato romanzo di Sofia Pirandello parte proprio dalla Sicilia: una storia moderna che fa catapultare la protagonista del racconto, Lucia, dalla luce intensa dell’isola, al nord.

Storia che si ripete sempre – lo scorrere di una vita lenta e poi d’improvviso sterzate che sconvolgono la serenità quotidiana e la pace interiore di molti giovani – e che ci trascina alla grave attualità, la cronaca di un’emorragia senza fine che sta spopolando città e paesi del Sud Italia.

Pagine con una scrittura elegante, Bestie è in corsa al Premio Strega 2023. Il “risvolto” di questa prima domenica di marzo è dedicato a questo libro e a Sofia Pirandello che presto percorrerà le nostre strade degli scrittori.

Lucia nasce nella rovente Sicilia, tra l’assenza del padre e una colpa imputatale dalla madre, quella di essere fimmina. Con i suoi occhi neri e l’animo selvatico, dopo una giovinezza sotto il giogo della pazzia materna, Lucia viene mandata nel Nord Italia, dove scopre l’amore e la sua forza logorante, ma capisce anche che il suo legame con il Sud rappresenta un destino ineluttabile.

«Sono nata in un paese del Sud bruciato dal sole. Non ricordo neppure un inverno nella mia infanzia. La mia terra è coperta di polvere e caldo. C’era caldo ovunque, sulle strade, nell’aria, in casa. Caldo sulla pelle, caldo sulle bestie, tra gli ulivi, caldo nella gola di lucertole e cicale. Tutto era bruciato, color della paglia, bruciate le case e le teste di tutti noi. Mia madre è impazzita di caldo, il vento glielo trascinava a forza nelle orecchie fino a spazzarle via i pensieri e a riempirle la fronte di terra e di fieno. Alla fine, la sua testa doveva sembrare come la strada di fronte alla nostra porta».