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I “RISVOLTI” DELLA DOMENICA / “Ora che sei qui”

Rubrica a cura di Salvatore Picone

Con questo romanzo – Ora che sei qui, edizioni Medinova – Salvatore Indelicato, scrittore agrigentino e anche bravo fotografo, oltre ad essere un collaboratore della “Strada degli Scrittori”, chiude una trilogia iniziata vent’anni fa con quello che si può considerare il suo romanzo d’esordio, Fossi nato là.

Tre romanzi dedicati alla figura del nonno – il secondo, pubblicato nel 2011, Solo per amore – l’attore Giovanni “Russo” Archeoli, nato nel 1902, che sin dall’età di quindici anni iniziò a calcare le scene grazie ad una filodrammatica locale, molto legato al teatro pirandelliano, ma allo stesso drammaturgo premio Nobel che incontrò intorno al 1926, come emerge da un foglio dattiloscritto di Russo nel quale sottolinea, tra l’altro, non solo quell’incontro “con il quale spesso si parlava di teatro”, ma il suggerimento dello stesso Pirandello a continuare ad occuparsi di teatro.

In questo libro – così come negli altri due della trilogia – Salvatore Indelicato ripercorre la figura dell’amato nonno materno. E i nonni, si sa, sono fondamentali nella vita di ogni individuo. O almeno così è stato per Indelicato che ha ereditato dal nonno valori e princìpi morali e umani. Così importante questa figura che ci sono voluti tre romanzi per condensare l’affetto e la riconoscenza.

Giovanni “Russo” Archeoli è stato un grande siciliano, uomo e artista che tanto ha dato alla cultura agrigentina e certamente da annoverare tra coloro che si sono spesi per la crescita della città dei Templi.

Il libro è introdotto dalla nota dell’autore e da una affettuosa prefazione di Antonio Patti. E si apre con i versi di Giovanni Russo, protagonista di questa storia: “…tu di mia vita la duci funtana/d’acqua ca scurri di sira e matina/e d’ogni pena lu cori mi sana”.

“Un’ombra silenziosa si era materializzata, sedendosi accanto a lei. Non si era spaventata, non aveva neanche girato lo sguardo verso di essa, aveva qualcosa di familiare, ne avvertiva la presenza e il calore…”.
“Aveva una strana luce negli occhi, mentre parlava torcendosi le mani, come se non guardasse ciò che realmente aveva davanti, ma vedesse oltre, lontano…”.
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