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Vitti ‘na crozza. La storia e la musica dei fratelli Li Causi

di Giuseppe Gallo Cassarino

Fresco di stampa il volume di Giuseppe Maurizio Piscopo e Antonio Zarcone con i brani di Tom Sinatra. Ce ne parla Giuseppe Gallo Cassarino

Antonio Zarcone, Tom Sinatra e Maurizio Piscopo (Foto Angelo Pitrone)

 

La musica di Dio è possibile ascoltarla nella risata di un bambino: è proprio in essa che si coglie la gioia, l’emozione di un suono e, quindi, un linguaggio universalmente accettato e condiviso. Se alla musica unissimo il ricordo che si sublima in un’opera senza tempo, una melodia, un testo che sfidando l’oblio divenga patrimonio comune di tutte le generazioni, allora probabilmente, staremo parlando dei fratelli Li Causi. Vitti ‘na crozza. La storia e la musica dei fratelli Li Causi, con CD-Audio è l’ultima opera di Giuseppe Maurizio Piscopo e Antonio Zarcone, con il contributo musicale di Tom Sinatra.

Piscopo e Zarcone attraverso questo libro, da prospettive diverse, compiono un atto meritorio e lodevole. Rinnovano la memoria di una famiglia di artisti e, nello specifico, di due fratelli che hanno contribuito non poco a conservare, valorizzare, tramandare antiche nenie siciliane o, come nel caso di Vitti ‘na crozza, a musicarle. È curioso, in merito al brano che da il titolo al libro, sapere che talune ipotesi (di impronta Guareschiana) hanno evidenziato il probabile significato del testo originario, legato all’impossibilità dei comunisti dell’epoca di entrare in chiesa quando morivano (cioè di non potere avere, alla morte, la grazia di Dio). I Li Causi, oltre che recuperare antiche nenie hanno soprattutto composto nuovi brani, che in questo testo è possibile, in parte, ascoltare grazie al cd allegato e alla magnifica esecuzione di Tom Sinatra.

I fratelli li Causi hanno rallegrato le feste di piazza di tanti paesini siciliani, si sono esibiti in Europa in Australia e hanno firmato contratti con la Fonit e con la Cetra per l’incisione di numerosi dischi. Tutto ciò in un’epoca che aveva 4000 iscritti alla SIAE in tutta Italia (2 erano loro). Nella loro musica tutta la passione e l’amore per un’arte che risaliva a Pietro Li Causi (che oltretutto faceva anche il liutaio). La musica scorre nel sangue della famiglia Li Causi, nella composizione, esecuzione dei brani, nell’insegnamento (Franco ebbe come allievi, Gian Campione, Tom Sinatra, Giovanni Moscato e tanti altri) nella realizzazione di strumenti musicali, nell’attrazione che essi hanno avuto per artisti come Modugno, Iva Zanicchi, Robertino, Mario Merola, Dori Ghezzi che, come tanti altri, vennero ad esibirsi in Sicilia accompagnati dall’orchestra Li Causi. Talmente forte la passione per la musica che Franco Li Causi chiamerà il proprio figlio Bellini (Francesco Li Causi). Ascoltare una sinfonia, significa chiudersi nella solitudine di una stanza e lasciarsi trasportare dalle sonorità orchestrali: la potenza del mare, il mugolare del vento, l’irruenza di una passione, la lama fredda di un dolore. Sono tanti i sentimenti che la musica comunica.

Nelle melodie dei fratelli Li Causi si sente il profumo della campagna siciliana, l’aroma delle zagare e dei carrubi, l’afrore della fatica nei campi, la gioia ed il calore dell’accoglienza, la luce, i colori di quelle giornate di sole che soltanto in Sicilia abbiamo, ma anche la tristezza e la rassegnazione, la nostra irredimibilità. La musica popolare siciliana diventa anch’essa, metafora del mondo. La passione accompagna solo i grandi, consapevoli che se scompare la memoria artistica di un popolo come quello siciliano se ne perdono le radici e quindi l’anima, ciò non deve accadere! Leggere questo libro significa risalire alle origini della nostra sicilianità e onorare un’opera meritoria.

Giuseppe Gallo Cassarino