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Una “conversazione” con Vincenzo Consolo

di Salvatore Picone

Per ricordare lo scrittore siciliano scomparso dieci anni fa pubblichiamo uno stralcio dell’intervista di Salvatore Picone all’autore del Sorriso dell’ignoto marinaio. Si tratta di una delle “conversazioni” raccolte nel libro Di zolfo e di spada edito nel 2019 dalla casa editrice “Sciascia” di Caltanissetta.

 

Un ritorno a Regalpetra tra i sentieri sciasciani. Una visita ai luoghi della memoria di Racalmuto che ha scoperto attraverso le pagine dello scrittore.

“Avevo letto di questi luoghi sin dai primi libri di Leonardo, da Le parrocchie di Regalpetra in poi. Nel ’63, quando ho pubblicato il mio primo libro, La ferita dell’aprile, l’ho mandato a Sciascia, che allora abitava a Caltanissetta, con una lettera in cui dichiaravo il mio debito nei suoi confronti. e lui mi ha scritto invitandomi di andarlo a trovare a Caltanissetta e poi da Caltanissetta c’erano le nostre ricognizioni nei luoghi  della sua memoria e quindi Racalmuto e dintorni. E ho scoperto la Sicilia che non conoscevo, in compagnia di Sciascia e con la guida dei suoi libri: la realtà degli zolfatari e dei salinari. Io venivo da una Sicilia assolutamente diversa di questa occidentale. la mia era una Sicilia di realtà contadina dove non c’erano miniere. E quindi scoprii una realtà nuova e per me assolutamente piena di interesse. Sciascia è stato una sorta di Virgilio per me, perché mi ha fatto scoprire la realtà più alta della Sicilia. Una Sicilia di quei lavoratori che avevano preso coscienza della propria condizione, ed erano proprio zolfatari e salinari che per primi reclamarono i loro diritti e il rispetto della propria dignità”.

Ci mancano oggi voci come quella di Leonardo Sciascia, come quella di Pasolini…

Con Pasolini e Dacia Maraini a Zafferana Etna, nel 1968

“Ci mancano queste voci della coscienza civile italiana. Con la scomparsa di Pasolini, con la scomparsa di Sciascia e anche di Moravia, ci sono mancate queste voci civili. Questo nostro Paese ha subìto una sorte di involuzione, quello che aveva previsto Pasolini, con l’irruzione nel suo contesto dei mezzi di comunicazione di massa e soprattutto con la televisione. Quindi la voce degli intellettuali che erano i poeti e gli scrittori, quelli che usavano la scrittura di intervento sui giornali, la penna come spada, come gli interventi di Pasolini o di Sciascia, oggi non sono più ascoltati come prima.

I nostri opinion leader, come si dice con termini americani, quelli che fanno opinione, oggi sono i divi telematici, quelli che fanno la televisione, i cantanti, i comici.

Io credo che oggi se ci fosse Pasolini, se ci fosse Sciascia, con i loro scritti sui giornali, con i loro saggi, con le loro poesie o con i loro romanzi, non provocherebbero più lo stesso dibattito civile che hanno provocato nel loro tempo. Questo significa che oggi c’è una scomparsa di chi dovrebbe ascoltare. C’è una sordità che è tipica del nostro tempo. (…)

L’Italia ha avuto una storia assolutamente particolare nei confronti degli altri paesi europei, perché questo nostro Paese nell’arco di pochi anni si è profondamente trasformato da Paese contadino che era, con una sua cultura, a Paese neo-industriale, con quello che noi chiamiamo  “miracolo economico” e in questo contesto c’è stata l’irruzione della televisione, dell’immagine che prevale sulla parola.

Questo nostro Paese ha subìto l’impatto con la modernità che ne ha distrutto la cultura profonda. la centralità che ha da noi la televisione non esiste in nessun altro Paese: una certa omologazione c’è senza dubbio, ma non è così come da noi. Questo naturalmente interessa tutte le espressioni umane, dalla religione alla politica, alla cultura, alla letteratura.

Tutto avviene sulle ribalte televisive. Fuori dalle ribalte televisive non esiste niente, a mala pena si leggono i giornali. Di libri non ne parliamo. Si leggono i libri di intrattenimento, di consumo, quelli che ci vengono imposti attraverso, appunto, la televisione”.

E in questi spazi moderni gli intellettuali non hanno voce?

“Non hanno più udienza. Io ho fatto una metafora con la tragedia greca: c’era la presenza di un personaggio molto importante che era Anghelos, il messaggero. Il messaggero arrivava in scena nel teatro greco e raccontava al pubblico che stava nella cavea quello che era successo in un altro momento e in un altro luogo. Da quel momento, dopo il racconto del messaggero, avveniva la rappresentazione, quindi la catarsi, la liberazione da parte degli spettatori. Oggi la cavea è vuota, non ci sono più spettatori e non appare più l’Anghelos, il messaggero, che sarebbe lo scrittore, l’intellettuale, per dialogare con il pubblico. Oggi c’è questa assenza dell’uditorio, dei poeti, degli scrittori o di quelli che Gramsci chiama intellettuali, cioè coloro che usano, oltre lo stile letterario, la scrittura d’intervento”.

Consolo nel 2005 a Racalmuto (foto da un video realizzato da Salvatore Picone)

 

Ritorniamo a parlare di Racalmuto, della Noce. Quella campagna, con Sciascia vivo, era diventata un luogo di conversazione. Venivano in tanti: scrittori, giornalisti, pittori, fotografi. Esistono ancora oggi luoghi di incontri, di caffè letterario?

“Questi luoghi credo non esistono più. Luoghi come la Noce, luoghi di incontro, di scambio di idee. Io me ne accorgo perché vivendo a Milano, dove ci sono molte case editrici, prevale la pubblicità.

Quando si fanno le presentazioni di libri o si promuovono i premi letterari è tutto all’insegna della pubblicità, per promuovere il commercio e la diffusione di un libro. Ahimè, questi luoghi sono scomparsi. Mi ricordo che da ragazzino, studente universitario a Milano, avevo una grande curiosità di incontrare scrittori. Il primo scrittore che incontrai alla Casa della cultura di Milano è stato Riccardo Bacchelli. Mi fece una grande impressione. Poi successivamente incontrai Pasolini con i ragazzi della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani. Erano luoghi veramente importanti per lo scambio culturale. Tutto questo oggi non c’è più”.

 

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IL SORRISO AMARO DI VINCENZO CONSOLO

L’OMAGGIO DELLA STRADA DEGLI SCRITTORI

Una parte di questa intervista, realizzata nel 2005, sarà trasmessa in video durante la diretta della “Strada degli scrittori” di venerdì 21 gennaio alle ore 18, dedicata al decimo anniversario della scomparsa di Vincenzo Consolo. 

Interverranno: Felice Cavallaro e Salvatore Picone, Rosalba Galvagno, Claudio Masetta Milone, Pippo Di Falco e Gigi Restivo.