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Se “Tu ridi” diventa “La bambola”, il rinnovato Pirandello che arriva da Chioggia

Poter affrontare la “sfida” di un autore come Pirandello senza la mediazione dei libri scolastici, affondando le mani direttamente nel “fiume” delle sue parole e delle opere nella loro integrità.

È anche questo concorrere al premio “Uno, nessuno e centomila”, che diventa, per tanti studenti, anche l’opportunità per cimentarsi in quello che, alcuni, sperano possa diventare un lavoro in futuro.

È il caso di Chiara Feletti, studentessa dell’IIS “Veronese” di Chioggia, che si è aggiudicata il premio speciale “Fondazione Teatro Pirandello” per la drammaturgia con la sua personale rivisitazione della novella “Tu ridi” intitolata “La bambola”.

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Un concorso al quale Chiara è arrivata attraverso una specifica opportunità offerta dal suo istituto.

“All’interno del piano dell’offerta formativa – ci racconta la docente referente del laboratorio di teatro, Patrizia Aricò – abbiamo individuato delle attività destinate ad alcune eccellenze, al fine di valorizzarne le capacità. Tra queste c’è l’adesione ad una serie di concorsi, come ‘Uno, nessuno e centomila’, al quale avevamo già partecipato nella prima edizione vincendo anche in quel caso il premio speciale per la drammaturgia. A proporre la studentessa che ha partecipato è stata la docente di italiano Sara Loffredo”.

Ma perché cimentarsi in una rilettura di Pirandello?

“L’idea del progetto nasce da quanto propostomi dall’insegnante di italiano – spiega Chiara -, ma si tratta di un autore che conoscevo solo in maniera scolastica. Oggi ho potuto affrontarlo in maniera diversa, partendo dai testi per giungere al suo pensiero senza passare dalla mediazione di un libro scolastico”.

Come mai la scelta di questa specifica novella per il tuo lavoro di rilettura?

“Perché era interessante la tematica della risata, che è centrale in Pirandello: si tratta di un riso che non è mai fine a sé stesso. Dalla lettura della novella è chiaro come sia sotteso un fondo tragicomico, con la pazzia che viene vista come unica maniera per evadere dalla realtà. Io già coltivavo una passione personale per la scrittura, anche se mi ero sempre impegnata in lavori di narrativa. Quindi la scrittura drammaturgica è stata una novità e certamente una sfida”.

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