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Una scuola di Sant’Antimo trasforma “La patente” in uno spettacolo contro il bullismo

Una scuola calata in un contesto particolare e un argomento scottante, il bullismo. Due elementi che con buona volontà e creatività possono dare vita a risultati interessanti. In questo arriva, come una chiamata, il bando emanato dal Miur: il Concorso Uno, nessuno e  centomila. Mentre il destino giocava la sua carta però, i ragazzi e le ragazze dell’IC 4 Pestalozzi di Sant’Antimo, non si sono tirati indietro, anzi, hanno affrontato la loro sfida con molto impegno e portato a casa un lodevole risultato: il primo premio per la sezione Rappresentazione delle Scuole Secondarie di primo grado. Il lavoro presentato è la loro personale riscrittura di una novella, fra le più note dell’autore agrigentino, La patente. Una vera e propria indagine sull’emarginazione che prende le mosse dall’universo pirandelliano. Abbiamo chiesto alle docenti referenti Lidia Emma e Isabella D’Ettore, di raccontarci i dettagli di questa avventura.

“Per i ragazzi coinvolti nel progetto è stata la prima esperienza con la scrittura di un testo teatrale. Lo scorso anno e nella prima parte di questo anno scolastico, grazie a un finanziamento per scuole ubicate in aree a rischio, la scuola ha organizzato laboratori teatrali che hanno visto la partecipazione di un folto gruppo di alunni ma che erano focalizzati soprattutto sull’aspetto attoriale. Grazie a quest’esperienza abbiamo scoperto dei veri “talenti” e abbiamo quindi deciso di coltivare l’interesse per il teatro sotto tutti i suoi aspetti partecipando anche al concorso Uno, nessuno e centomila”.

Per loro è stato il primo approccio con lo Scrittore ed hanno potuto approfondire alcune tematiche pirandelliane utilizzando vari strumenti.

“Gli alunni delle classi coinvolte nel concorso non conoscevano Pirandello in quanto appartenenti a classi seconde della scuola secondaria di primo grado. La lettura di diverse novelle dell’autore ha visto una partecipazione attiva del gruppo coinvolto che ha scoperto una modernità nelle tematiche pirandelliane in cui riconoscersi. Questo percorso ha portato alla realizzazione di vari approfondimenti, così come solito nell’organizzazione della nostra didattica; gli alunni, divisi in gruppi, hanno infatti realizzato power point, lapbook e padlet scegliendo gli aspetti della poetica pirandelliana che maggiormente li avevano colpiti

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Lo spunto di riflessione principale, attorno a cui abbiamo costruito la scrittura scenica, è nato appunto dalla lettura della novella La patente; gli alunni, colpiti dalla condizione di sofferenza del protagonista nata dall’emarginazione della società, si sono immedesimati e hanno sviluppato la tematica del bullismo anche perché il lavoro è stato affrontato in un periodo in cui la cronaca cittadina era ricca, purtroppo, di episodi di bullismo”.

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Grazie all’esperienza maturata nell’organizzazione di laboratori teatrali per gli alunni, anche nella scuola di Sant’Antimo si ritiene che coinvolgere gli alunni in esperienze di questo genere sia utile alla loro formazione.

“Il laboratorio consente lo sviluppo di competenze non propriamente didattiche ma che concorrono alla maturazione dei singoli alunni. I laboratori non sviluppano solo le competenze attoriali quali la recitazione o il canto; nell’implementazione dei laboratori sono messe in campo diverse “doti” anche pratiche e questo consente di coinvolgere tutti gli alunni nel processo, in un’ottica di inclusione che rende ogni alunno protagonista del processo”.

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Il Concorso è diventato per ciascuno di loro un espediente per vivere un’esperienza, con la speranza e poi la gioia di vincere un premio.

“Quando abbiamo deciso di partecipare al concorso, abbiamo discusso con gli alunni di tutti gli aspetti legati alla partecipazione; ovviamente la prima risposta ottenuta è stata di entusiasmo e speranza rispetto agli esiti, soprattutto perché veniva data la possibilità a tutti i partecipanti di presenziare alle giornate, ricche di eventi, organizzate per la premiazione. Sapevamo che non avremmo potuto chiedere alle famiglie di sostenere la spesa per la partecipazione alle giornate dedicate alla premiazione, ma abbiamo in ogni caso stimolato l’entusiasmo degli alunni e in parte acceso le loro speranze, facendo leva sull’impegno da mettere nel progetto e cercando di fargli comprendere quanto questo sia sempre un valore aggiunto. Non abbiamo mai creduto di poter vincere e tutto il nostro sforzo si è concentrato nel portare a termine l’impresa, contenti alla fine di essere riusciti a strutturare un prodotto con le nostre mani. Il contesto socio – economico in cui si trova il nostro istituto trasmette ben altri valori ai nostri alunni e spesso il nostro ruolo è anche quello di comunicare valori altri rispetto a quelli dell’ambiente che li circonda. Quando abbiamo appreso l’esito del concorso non riuscivamo a crederci e a contenere l’entusiasmo degli alunni. Ancora oggi molti di loro fanno fatica ad immaginarsi ad Agrigento e temono che da un momento all’altro questa sogno venga infranto”.

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Il corto teatrale parte da un’impostazione abbastanza classica e poi svolta improvvisamente su un contesto di cronaca contemporanea. I ragazzi hanno maturato la scelta di un cambiamento radicale della novella che ha colpito la Commissione.

“Quando abbiamo iniziato a lavorare alla scrittura del corto teatrale avevamo solo uno stimolo, nato appunto dalla lettura della novella. Gli alunni avevano riflettuto molto sulla tematica del bullismo e influenzati dalle riflessioni, avevano trovato modo di leggerlo anche tra le righe delle parole di Pirandello. Sapevamo dove volevamo arrivare ma non ci era ben chiaro il punto di partenza. Abbiamo provato a capire come strutturare un testo teatrale, quali caratteristiche questo tipo di scrittura necessitava. Abbiamo letto diversi copioni e abbiamo provato a scriverne partendo da testi non destinati alla scena. Molti dei nostri alunni non hanno mai assistito a un vero spettacolo teatrale, altri invece avevano già partecipato a laboratori teatrali sia a scuola che nella parrocchia del quartiere; nessuno mai però si era mai cimentato nella scrittura teatrale. Il nostro ruolo in quanto docenti, è stato quello di incanalare le energie e organizzare le intuizioni. Il bullismo è una tematica molto sentita nel contesto in cui viviamo e dati i fatti recenti di cronaca, gli alunni sentivano il bisogno di affrontare questo demone e hanno cercato il modo di inserirlo nel lavoro. Abbiamo girato il video, presente nella scrittura scenica, in cui i ragazzi denunciano atti di bullismo e siamo partiti praticamente da questo, dalla fine, per costruire il corto. Evidenti le difficoltà con il linguaggio di Pirandello, difficoltà che permangono ancora ora se ci dedichiamo alla lettura di testi mai affrontati, ma abbiamo cercato dal primo momento di “tradurre” le istanze pirandelliane nella lingua dei nostri alunni perché riteniamo fondamentale, in questa fase della loro formazione, l’attenzione alle tematiche piuttosto che allo stile o alla lingua dell’autore.