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Scrivere al tempo dei social: Irene, giovane autrice per Pirandello

Oltre la scrittura dei social, la letteratura è viva e scova nuovi talenti. Il Concorso “Uno, nessuno e centomila” è la dimostrazione che i ragazzi, messi alla prova, rispondono, si lasciano coinvolgere. Oltre ogni pregiudizio sentono, fortissimo, il richiamo alla riflessione e all’arte. Nel nostro dietro le quinte non potevano mancare gli studenti e le studentesse. Chi dice che i ragazzi non scrivono, non leggono o non hanno amore per la letteratura, dovrebbe unirsi a loro mentre invaderanno Agrigento.

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Fra di loro, infatti, si contano appassionati, curiosi, aspiranti drammaturghi e una vera giovanissima scrittrice. Irene Conte ha vinto il XII Premio letterario Intimità – il Concorso nazionale ideato dal settimanale femminile – e pubblicato già un romanzo Polvere di sogni, è lei che ha scritto e riadattato Pirandello in una messinscena della sua scuola, l’I.I.S. Vittorio Alfieri di Asti. Il progetto creato, AAA: cercasi anima di una maschera, è valso il secondo posto per il premio drammaturgia.

Io ho cominciato a scrivere a 8 anni, ho partecipato al mio primo concorso a 13 anni, e ho vinto, anche in mezzo ad adulti, mi sono detta “scrivere mi piace e io continuo”. La scrittura è un mondo molto a sé, una sorta di paradiso in cui immergersi. Per noi iperconnessi, è uno stacco che ci vuole.

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Prima del bando, conoscevi e avevi letto Luigi Pirandello?

Ho cominciato a leggerlo da piccola. Sono appassionata di teatro, mi sono approcciata anche al Pirandello in scena, l’ho sempre trovato molto attuale. Quando lo abbiamo studiato a scuola per me era ben noto. Quando il mio insegnante mi ha detto del bando, ero piacevolmente colpita, mi sono detta “qualcosa so già”.

Come hai iniziato il lavoro di scrittura del testo per il concorso?

Io innanzitutto sono andata a riprendermi i suoi testi e mi sono messa a rileggerli. Un lavoro teatrale secondo me deve partire dallo studio. Non puoi avvicinarti a Pirandello impreparata. Uno studio autonomo, da autodidatta, oltre le ore scolastiche, volevo scegliere una novella meno conosciuta, uscire fuori dalle solite scelte canoniche, ho preferito “La tragedia di un personaggio”, che oltretutto ha dato inizio a “Sei personaggi in cerca d’autore”. Mi è venuto questo, l’ho scritto di getto. Io sono un’istintiva. Non ero convinta che andasse bene. Ero convinta che fosse riduttiva. Però, ogni tanto sbaglio…

Sei mai stata in Sicilia? Come ti immagini l’esperienza?

La Sicilia la porto nel cuore. Sono stata a Siracusa, con il mio secondo spettacolo con la scuola, a Palazzolo Acreide. Adesso tocca ad Agrigento, mi sono detta, “beh, allora è proprio teatro, la Sicilia”. Mi aspetto qualcosa di molto arricchente. Non voglio perdermi niente, secondo me il teatro bisogna viverlo. Considerato il nostro percorso voglio ringraziare per l’opportunità, questo è un nuovo scorcio di riflessione.

(nella foto di copertina: Irene Conte con papà Paolo, mamma Cosmina e Massimo Giletti – foto da www.lastampa.it)