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L’umorismo dei “galletti” di Canosa di Puglia che rivela ossessioni e fobie

Il Concorso “Uno, nessuno e centomila” come stimolo, come opportunità per scoprire talenti sommersi, per imparare attraverso il teatro, per trasformare lo studio della letteratura in un momento corale di partecipazione e di crescita. E’ questa in sintesi l’esperienza vissuta dai ragazzi della scuola media Bozio-Mazzini di Canosa di Puglia, vincitori del 2° Premio per la rappresentazione, sezione Scuole Secondarie di Primo Grado.

“La straordinarietà di questa esperienza – afferma la docente referente coordinatrice del progetto, Filomena Stellino – consiste nell’aver fornito un’occasione di scoperta e sperimentazione delle potenzialità espressive, ironiche e comunicative dei nostri ragazzi che diversamente rimarrebbero sommerse”.

Per gli alunni è stata la prima esperienza ed anche il primo vero approccio con l’autore. Nella messa in scena si rivelano attori di una comicità travolgente.

Giuseppe Mastrapasqua, Laura Scaringella, Emanuele Patruno
Giuseppe Mastrapasqua, Laura Scaringella, Emanuele Patruno

 

 “I nostri ragazzi, prima dell’esperienza del concorso “Uno, nessuno e centomila”, non si sono mai cimentati in attività di rappresentazioni teatrali. Solo i ragazzi di terza media per programma curriculare studiano Pirandello come autore del Decadentismo, approfondendo la conoscenza della sua vita e delle sue opere”.

Può un autore come Pirandello essere studiato anche da alunni così giovani? La risposta è sì. Lo dimostra il coinvolgimento dei tre ragazzi di seconda e terza media, che sono riusciti a far diventare spettacolo una novella abbastanza complessa.

“La nostra esperienza di partecipazione al concorso, fortemente voluta dalla passione per l’autore da parte delle insegnanti del gruppo di progetto, ha reso possibile la costruzione e la direzione della drammatizzazione della novella “I galletti del bottaio”. I ragazzi sono stati coinvolti in modo mirato, focalizzando la selezione su alunni che subito hanno mostrato attitudine e disinvoltura nella recitazione e potenzialità comunicative. Pur essendo giovani, i nostri alunni hanno recepito con entusiasmo l’invito procedendo, con grande motivazione, nelle letture delle novelle più confacenti alle loro esperienze di vita quotidiana”.

La professoressa Filomena Stellino
La professoressa Filomena Stellino

Nella rappresentazione della novella, l’intera struttura narrativa si basa sulla capacità del personaggio della moglie di risolvere in maniera definitiva, attraverso la tecnica del fraintendimento, il problema dell’eccessiva magnanimità del marito. L’umorismo che si scatena, tipicamente pirandelliano, viene utilizzato per evidenziare caratteristiche tipiche dell’essere umano: furbizia, ingenuità, mancanza di buonsenso, follia.

“Il risultato raggiunto nell’interesse e nella comprensione del messaggio della scrittura Pirandelliana è stato bello ed interessante. I ragazzi hanno espresso le loro riflessioni convenendo unanimemente sulla bellezza dei personaggi delle novelle, cimentandosi sullo scavo psicologico e soffermandosi, con occhi attenti e critici, nel riconoscimento dei tratti della caratterizzazione dei personaggi riconoscibili in situazioni di vita reale”.

Il teatro si conferma uno straordinario strumento didattico, come conferma l’esperienza dei ragazzi di Canosa di Puglia.

“Pur consentendo lo studio e l’approfondimento dei testi, crea situazioni di massima libertà espressiva, favorendo un apprendimento più motivato e attivo e contribuisce a rendere i giovani più consapevoli degli strumenti di interpretazione del loro mondo reale e immaginario”.

Referenti del progetto sono, oltre alla professoressa Stellino, i docenti Rita Napoletano, Chiara Di Nicoli, Alessandro Formiglia.