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CONVERSAZIONE CON SEBASTIANO LO MONACO: “Non chiudiamo i teatri, servono a far pensare”

Il grande attore siciliano ha ricevuto recentemente il riconoscimento di “Accademico d’onore” dall’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino: “In quella città ho iniziato la mia carriera”. Lo ha incontrato per la “Strada degli scrittori” Salvatore Picone

Il grande attore siciliano ha ricevuto recentemente il riconoscimento di “Accademico d’onore” dall’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino: “In quella città ho iniziato la mia carriera”
Sebastiano Lo Monaco, tra i più importanti interpreti delle opere di Luigi Pirandello, ha ricevuto lo scorso 28 settembre, il prestigioso riconoscimento di Accademico d’onore da parte dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino diretta da Edoardo Di Mauro. “Sono felice, perché questo riconoscimento mi arriva da Torino – ci ha detto -, la città dove ho iniziato nel 1980 la mia carriera di attore accanto a Mario Missiroli. Venivo dall’Accademia di Roma e per sette anni ho lavorato allo Stabile di Torino”.

Lo Monaco, “Ambasciatore” della Strada degli scrittori, molto legato ad Agrigento e al suo teatro “Pirandello”, racconta i suoi inizi a Torino. Un legame forte che continua ancora: “Proprio dagli allievi dell’Accademia Albertina, da cui ricevo questo riconoscimento, ho avuto la collaborazione per le scenografie dello spettacolo Io e Pirandello. Ed ecco: Torino e Agrigento uniti nel nome dell’Arte e del Teatro, nel ricordo di Pirandello”.

L’attore, che è anche regista e drammaturgo, non può fare a meno di tornare a parlare dell’importanza del Teatro, e del pericolo che ancora una volta si annullino spettacoli in tanti teatri a causa dell’emergenza sanitaria: “Il Teatro – sottolinea Lo Monaco – è importante tanto quanto la scuola. E non solo dal punto di vista delle cinquecentomila persone che vivono di teatro in Italia. Tenere aperti i teatri, anche con più di 200 persone, è importante perché lì dentro lo spettatore cresce, s’interroga sui grandi temi come la politica, l’antropologia, la cultura e l’economia, il sociale. Sul palcoscenico passa la vita di ognuno di noi. Il Teatro ci fa ragionare, ci fa pensare, ci fa riflettere. Non possiamo sottovalutare questo luogo di formazione. Il Teatro, tra l’altro, è una formula che nessuno è mai riuscito a sostituire, né la televisione, né i social. L’autore, l’attore, il pubblico: senza questi elementi indivisibili, il Teatro non esiste. Ecco perché dobbiamo chiedere con forza che nessun teatro resti chiuso, per nessun motivo”.