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Consolare, riflettere, sopportare, la risata secondo Pirandello, rivista dagli studenti

Cosa fa un risata? Cosa può creare? Di certo può rompere un equilibrio, e Pirandello la fa irrompere (letteralmente) all’interno di una coppia, per raccontarci l’incomprensione. Dove porta una risata? Sicuramente su un piano differente. Può uno scoppio di risa, che alleggerisce gli affanni e ci riporta in un ambito ironico, allontanarci dagli altri? Attirarci dentro un abisso consolatorio dove chi non ride si sente tagliato fuori?

La Professoressa Paola Ponte (referente del progetto con la professoressa Francesca Gnan) ha lavorato con i ragazzi delle classi IIIB e IIIG dell’Istituto Comprensivo F. Gonin di Giaveno, su questo tema. La base da cui si sono mossi è la novella di Luigi Pirandello “Tu ridi”. La storia è stata letta, analizzata e soprattutto, rivista. La novella ha ritrovato un nuovo punto di vista e una nuova interpretazione all’interno di un laboratorio teatrale, capace di regalare una voce inusuale all’argomento. Il lavoro intrapreso è valso il Premio speciale “Strada degli scrittori”.

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Pirandello però, con il suo umorismo sottile e la profonda visione d’insieme delle cose (gli elementi che legano profondamente gli esseri umani e su quali prospettive si muovono gli affetti) è stato rispettato il più possibile. Pirandello, con la sua lungimiranza, è rimasto nella potenza dell’intreccio e soprattutto nella riflessione che, ancora oggi, è capace di suscitare. Abbiamo scambiato alcune battute con la professoressa Francesca Gnan, referente del progetto.

Con quale spirito i ragazzi si sono avvicinati al bando di concorso?

“Quando hanno iniziato non conoscevano Pirandello, abbiamo selezionato un gruppetto di ragazzi portati per la creatività e la critica letteraria. Sono stati subito entusiasti, hanno lavorato con grande impegno, la novella è molto breve e subito hanno cominciato a pensare ai dialoghi, ai movimenti in scena”.

Hanno trovato molti punti contatti con l’attualità?

“Sicuramente, quando affrontiamo la poetica pirandelliana, usiamo proprio la vita di ogni giorno, è un autore che piace sempre moltissimo. Abbiamo inquadrato questo protagonista, il classico inetto dominata da una moglie ingombrante da un punto di vista fisico e morale e ne abbiamo osservato il dramma umano, per riflettere sull’inconsapevolezza delle azioni, il protagonista che ride nel sonno, e non ha colpa.

Per il ruolo della moglie abbiamo scelto una ragazza più alta del ragazzo che interpreta il marito, proprio perché volevamo, anche fisicamente, dare l’impressione di chi fosse preponderante nella coppia.

Cosa si aspettano i ragazzi da questo riconoscimento e da Agrigento?

“Il viaggio è lungo, ma loro sono stati felicissimi di intraprenderlo. non vedono l’ora di conoscere Agrigento e di dar corpo a quello a cui hanno lavorato e metterlo in scena. Hanno letto il programma, hanno grande aspettativa per i laboratori”.

Gli studenti e le studentesse che partecipano al progetto hanno deciso di suddividere lo spettacolo in tre quadri: per la messinscena nulla è stato lasciato al caso, compresi costumi e scenografie.
L’intento era dare la maggiore credibilità possibile al testo e alla sua rappresentazione.
Ad impegnarsi in tal senso gli alunni: Alice Cremonini,  Martina Cubeddu,  Andrea Ferrante,  Valentina Luongo,  Stefano Ostorero,  Sergio Riggio, con loro i docenti coordinatori
Prof Giacomo Pinfoglio (IIIG), Prof.ssa Paola Ponte (IIIB) e naturalmente la Prof.ssa Gnan.
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